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L’impatto dell’amicizia sul benessere mentale degli adolescenti e adulti.

Durante la crescita e in tutto l’arco della vita, avere degli amici o delle amiche rappresenta una risorsa molto importante a livello sociale, ma anche per il benessere e la salute individuale. Secondo Antonucci et al. (2014) e Kahn & Antonucci (1980), l’amicizia ha effetti positivi sul benessere, poiché aiuta a connettersi con altri individui al di fuori della sfera familiare, ed è fonte di identità, supporto emotivo, ma anche di scambio di informazioni, cambiamenti nei modi di pensare e agire, e convalida.
Le amicizie durante l'adolescenza si basano tipicamente sulla reciprocità, ovvero sulla fiducia e la simpatia reciproche (Bukowski & Hoza, 1989), e si è ipotizzato che le risorse acquisite attraverso le reti amicali riguardino principalmente il supporto emotivo. Un aspetto specifico delle amicizie giovanili che è stato evidenziato è l'auto-rivelazione.

Di solito si identificano quattro categorie di supporto sociale importanti per le reti sociali (House, 1981): emotivo (empatia, fiducia, amore e cura), strumentale (aiuto e servizi concreti), informativo (informazioni e consigli) e di valutazione (preoccupazioni costruttive, feedback e affermazioni utili a fini valutativi). Il livello e la qualità complessivi di questi quattro tipi di supporto sono stati riconosciuti come una componente fondamentale delle reti sociali (Hartup & Stevens, 1997), con implicazioni per la salute e il benessere. I diversi tipi di supporto sociale sono difficili da distinguere e possono verificarsi simultaneamente; per questo motivo non possono essere concettualizzati come un costrutto unidimensionale, bensì multidimensionale.

Le amicizie strette e solide tra adolescenti possono portare anche a un aumento dell'autostima e a una diminuzione dell'ansia e dei sintomi depressivi nella prima età adulta (Narr et al., 2019), mentre non avere amici durante l'infanzia può predire una maggiore probabilità di manifestare problemi di internalizzazione ed esternalizzazione nella stessa fase della vita (Sakyi et al., 2015). I benefici per la salute derivanti dall'avere amici sono stati documentati anche in età più avanzata (Fiori et al., 2006; 2007).

Antonucci et al. (2014) e Kahn & Antonucci (1980), tramite il Convoy Model of Social Relations, hanno indagato, con un insieme di dati longitudinali unico, la misura in cui le relazioni di amicizia cambiano nell’arco di 23 anni e come questi cambiamenti influenzano la salute, in un campione di 553 adulti, di età compresa tra i 13 e i 77 anni. Questo studio si è reso necessario poiché molti ricercatori hanno esaminato l’associazione tra salute ed effetti dell’amicizia su di essa solo in brevi lassi di tempo e/o in specifici periodi dello sviluppo. I convoy rappresentano un insieme di relazioni sociali, tra cui familiari e amici, che accompagnano l’individuo dalla nascita fino alla morte e possono essere multidimensionali e duraturi, stabili ma anche mutabili, a seconda delle caratteristiche personali e situazionali che influenzano la salute lungo tutto l'arco della vita.

Secondo Fraley & Roisman (2019), le amicizie e i legami precoci giocano un ruolo significativo nelle future relazioni adulte, soprattutto per quanto riguarda le esperienze di attaccamento, ma non le determinano totalmente. Infatti, possono intervenire altri fattori, come il numero di amici che si hanno nel tempo, la qualità di queste relazioni, ma anche genere, status socioeconomico, etnia (caratteristiche personali) e fattori situazionali come lo stato civile.

Il Convoy Model ha dimostrato che non tutte le relazioni hanno gli stessi effetti sulla salute (Ajrouch et al., 2013; Antonucci et al., 2003; Fuller-Iglesias et al., 2013; Webster et al., 2021; Zahodne et al., 2019). Le relazioni amicali, così come quelle con conoscenti, hanno effetti fluttuanti sulla salute e richiedono cura e attenzione per essere mantenute, rispetto ai legami familiari (Huxhold et al., 2022; Roberts & Dunbar, 2011), soprattutto negli anni successivi, quando le reti sociali tendono a ridursi (Ajrouch et al., 2001; Carstensen, 1992; Huxhold et al., 2020; Walen & Lachman, 2014).

È stato documentato che l'età avanzata può far emergere maggiormente gli aspetti positivi dell'amicizia (Birditt et al., 2005; Luong et al., 2011), tra cui la vicinanza emotiva con gli amici, che sembra aumentare durante l'età adulta (Carstensen, 1992), mentre gli aspetti negativi non aumentano, ma tendono a rimanere stabili nel tempo (Akiyama et al., 2003; Birditt et al., 2009; Bruine de Bruin et al., 2020).
Anche il genere può influenzare le traiettorie dell’amicizia. Infatti, secondo Field (1999), con l’avanzare dell’età, gli uomini desiderano meno vicinanza emotiva rispetto alle donne, differenza che non era evidente negli anni precedenti. Inoltre, le competenze sociali evolvono con l'esperienza di vita, e quindi la probabilità che la qualità delle relazioni amicali sia positiva aumenta con l'età (Blieszner & Roberto, 2004).

Anche lo studio di Ylva B. Almquist et al. (2014), che analizza l'associazione tra reti di amicizia e benessere psicologico negli adolescenti (intorno ai 19 anni di età), ha evidenziato differenze di genere: le reti di amicizia sono simili per qualità e fiducia tra maschi e femmine, ma si osserva una minore auto-rivelazione nei maschi, pur risultando per loro positiva. Le femmine, invece, beneficiano maggiormente di reti di alta qualità. L'auto-rivelazione è risultata positiva per il benessere maschile, soprattutto nelle amicizie tra persone dello stesso sesso (Bauminger et al., 2008; Zarbatany et al., 2000).

In conclusione, le reti di amicizia forniscono un supporto emotivo benefico per il benessere psicologico degli adolescenti, e le differenze di genere influenzano il tipo di supporto ricevuto e il suo impatto sulla salute. Tuttavia, vi sono condizioni multifattoriali da considerare, tra cui il numero di amici nel tempo, la qualità delle relazioni, il genere, lo status socioeconomico, l’etnia, fattori situazionali come lo stato civile e l’età.

Articolo a cura di Alessandra Crivelli.

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