© Sunniva Hestenes

Il concetto di benessere si configura come un concetto complesso che va oltre la mera assenza di disagio o malattia. Esso è stato oggetto di numerosi studi e teorie psicologiche, filosofiche e sociologiche, che cercano di comprendere cosa significhi vivere una vita soddisfacente. 

Due delle principali concezioni psicologiche che hanno affrontato questa tematica sono l’edonismo e l’eudaimonismo, che, pur sembrando contrapposte, possono essere integrate in una comprensione più ampia del benessere umano. Mentre l’edonismo pone l’accento sul piacere come la fonte primaria di felicità, l’eudaimonismo privilegia la realizzazione di sé e la crescita personale. Tuttavia, recenti approcci teorici, come la Teoria dell’Autodeterminazione (SDT) proposta da Deci e Ryan, suggeriscono che il benessere ottimale derivi dall'integrazione di entrambe queste dimensioni.

Nel contesto psicologico, l’edonismo è definito come la ricerca del piacere e la minimizzazione del dolore come obiettivi centrali della vita. Secondo questa visione, la felicità deriva dalla soddisfazione dei desideri e dei bisogni immediati, un concetto che risuona nella visione greca antica di un piacere sensibile e temporaneo. Al contrario, l’eudaimonismo si concentra sulla realizzazione del potenziale umano, sull’autorealizzazione e sull’acquisizione di uno scopo e di un significato profondo nella vita. In altre parole, mentre l’edonismo privilegia il piacere immediato, l’eudaimonismo sostiene che il vero benessere emerga quando si soddisfano i bisogni psicologici fondamentali, come la competenza, l’autonomia e le relazioni interpersonali significative.

La distinzione tra queste due teorie è stata oggetto di numerosi dibattiti, ma recenti ricerche empiriche hanno suggerito che queste non sono necessariamente opposte, ma che possano essere complementari. Huta e Waterman (2014) hanno proposto l’idea di un "orientamento al benessere", che distingue tra un orientamento edonico, focalizzato sul piacere e sul comfort, e uno eudaimonico, incentrato su autenticità, significato e crescita personale. Sebbene l’edonismo porti benefici immediati come esperienze positive e una riduzione dei sintomi depressivi (Giuntoli, et al., 2021), l’eudaimonismo risulta essere un predittore più stabile e duraturo della soddisfazione di vita (Sun, et al., 2023).

La Teoria dell’Autodeterminazione (SDT), sviluppata da Deci e Ryan, offre una prospettiva che integra le dimensioni edoniche ed eudaimoniche del benessere. Inizialmente focalizzata sulla motivazione intrinseca, la SDT si è evoluta per includere anche la motivazione estrinseca, espandendo il suo raggio d’azione a tematiche come il benessere psicologico, gli obiettivi di vita e la qualità delle relazioni sociali. Secondo la SDT, il benessere autentico non si riduce alla sola ricerca di piacere, ma implica anche la crescita personale, la realizzazione di sé e un impegno verso obiettivi significativi (Ryan, & Deci, 2019).

La SDT afferma che il benessere si raggiunge quando una persona soddisfa i suoi bisogni psicologici fondamentali: l’autonomia, la competenza e le relazioni interpersonali. Questi bisogni non sono solo desideri temporanei, ma condizioni essenziali per un funzionamento umano completo (Ryan, & Deci, 2000a). La competenza si riferisce alla capacità di raggiungere obiettivi e affrontare sfide con efficacia. L’autonomia riguarda la libertà di compiere scelte in modo autodeterminato, mentre la relazione implica il bisogno di stabilire connessioni positive con gli altri (Deci, et al., 1991). Sebbene questi bisogni non siano in conflitto intrinseco, possono entrare in competizione in determinati ambienti sociali, dove, ad esempio, la competenza è enfatizzata a scapito della relazione. Un punto centrale della SDT è che la soddisfazione di questi bisogni non è solo una questione di preferenze individuali, ma un elemento necessario per la salute psicologica. Quando i bisogni vengono ostacolati, si possono verificare effetti negativi come alienazione e stress (Ryan, & Deci, 2000b). Tali bisogni sono universali, ma i modi in cui vengono soddisfatti variano a seconda della cultura e del contesto: sebbene la loro soddisfazione possa manifestarsi diversamente in diversi ambienti, la loro centralità per il benessere rimane invariata (Ryan, & Deci, 2000a).

Quando tali bisogni sono soddisfatti, l’individuo non solo sperimenta gratificazione immediata (edonismo), ma sviluppa anche una vita significativa, ricca di significato e continua crescita personale che sta alla base dell’eudaimonia. In altre parole, secondo la SDT il benessere è il risultato dell’equilibrio tra piacere e autorealizzazione. 

Un elemento distintivo della SDT è il focus sulle motivazioni intrinseche, che si riferiscono all’impegno in attività che sono naturalmente gratificanti per l’individuo, come l’apprendimento o l’auto-miglioramento. Le motivazioni estrinseche, invece, sono legate alla ricerca di ricompense esterne, come il successo professionale o il riconoscimento sociale. La SDT sostiene che il benessere autentico si realizza quando le persone sono in grado di perseguire obiettivi che soddisfano i loro bisogni psicologici fondamentali in modo intrinseco, piuttosto che attraverso il perseguimento di gratificazioni superficiali (Ryan, & Deci, 2000b).

Questo quadro teorico offre una visione integrata che considera il benessere come un processo continuo di crescita e soddisfazione dei bisogni psicologici fondamentali. Mentre l’edonismo soddisfa i desideri immediati e porta piacere nel momento presente, l’eudaimonismo promuove la crescita personale e la realizzazione di sé, con un impatto duraturo sul benessere. La Teoria dell’Autodeterminazione, enfatizzando l’importanza di soddisfare i bisogni psicologici fondamentali in modo autodeterminato, fornisce una visione completa di ciò che costituisce una vita piena e soddisfacente. (Ryan, & Deci, 2019).

In conclusione, la Teoria dell’Autodeterminazione rappresenta un contributo cruciale per promuovere il benessere. Le sue solide basi scientifiche e le numerose conferme empiriche la rendono uno strumento indispensabile per sviluppare pratiche incentrate sulle risorse intrinseche dell’essere umano, contribuendo al miglioramento del funzionamento ottimale degli individui e delle comunità. Il futuro della ricerca dovrebbe continuare a valorizzare queste evidenze, investendo in approcci che riconoscano il valore del benessere come elemento centrale per lo sviluppo umano e sociale. 

Articolo a cura di Samuele Sanna.

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